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MEDIA EDUCATION

PROGETTI DI MEDIA EDUCATION

    I progetti di Media Education a scuola o nell’extra scuola ideati da Davide Spina nascono dalla formazione personale e professionale che unisce il percorso di Animatore Professionale a quella di Media Educator, (Corso di perfezionamento “Media Education: Cultura e professione per la formazione multi-mediale” alla Universitaria Cattolica di Milano Anno accademico 2004/2005) e come socio dell'associazione Italiana MED.


    I percorsi si sviluppano in laboratori nelle scuole dell'infanzia e primaria, mentre nell'extra scuola si sviluppano in percorsi dove gruppi di bambini e ragazzi

PREMI VINTI

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premio MED 2006

Premio dato dall'associazione italiana media education a Corvara per la creazione dell'Ecocalendario di Pecetto Torinese.
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premio MED 2016

Premio dato dall'associazione italiana media education a Lucca per la creazione dell'app Creative Music Food.
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premio MED menzione speciale 2018

Premio dato dall'associazione italiana media education a Lucca per la creazione dell'Ecocalendario DA LONTANO ERA UNO SMARTPHONE... Ma da vicino era... di Pecetto Torinese
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premio MED menzione speciale 2020

Premio dato dall'associazione italiana media education on line per la creazione del progetto CANTASTORIE.
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CANTASTORIE

Inizia con un biglietto della metropolitana usato. Raccolti alle stazioni della metro, ogni biglietto aveva un viaggio da raccontare, un percorso da scoprire.

CANTASTORIE

    PRIMO VIAGGIO.
    Inizia con un biglietto della metropolitana usato. Raccolti alle stazioni della metro, ogni biglietto aveva un viaggio da raccontare, un percorso da scoprire.
    A noi era sconosciuto il viaggiatore, ma ci siamo immaginati il viaggio.
    I bambini della 5° A e B della primaria N. Costa di Pecetto T.se hanno raccontato, storie, tante storie, come piccoli principi partiti da un pianeta per arrivare ad una nuova destinazione.
    SECONDO VIAGGIO.
    Conosciamo i viaggiatori, e non possiamo immaginarci il viaggio, bambini e ragazzi che partiti dal loro paese il Kirghizistan sono arrivati a Pecetto, nel centro del Sermig l’Arsenale dell'Armonia.
    Un lungo viaggio per trovare cure e sorrisi.
    Si sono incontrati attraverso le storie, lo scambio di storie.
    I biglietti usati come un bene prezioso li abbiamo riutilizzati per farli diventare il lasciapassare per poter raccontare nuove storie. 
    Per il laboratorio a scuola sono state utilizzate delle scatole che abbiamo chiamato “Cantastorie” (realizzate da Ass. Software Libero Pinerolo in collaborazione con Davide Spina Storie Creative) al loro interno una scheda arduino* che ha permesso ai bambini di programmarle con molta semplicità, facendo in modo che i biglietti della metro usati appoggiati sulla scatola attivassero l’ascolto di una storia.
    Durante il laboratorio i bambini della scuola hanno raccontato storie, le hanno registrate e aggiunto le loro musiche utilizzando un software per mixare i brani. Come in uno scrigno magico hanno raccolto le storie nelle scatole, che abbiamo iniziato a portare ai bambini e ragazzi ospitati nel centro del Sermig all’Eremo di Pecetto.
    Le scatole contengono le storie di viaggi, che fino a maggio continueremo a portare ai bambini e ragazzi del Sermig per permetterci di arrivare a giugno quando con una grande festa ci troveremo tutti a raccontarci nuove storie.
    *Si tratta di una scheda e un ambiente di sviluppo in grado di scatenare la fantasia in progetti mediali.

MICRORADIO


LA WEB RADIO PIU' PICCOLA DEL MONDO

Il progetto microradio nato da un'idea di Davide Spina nella prima ondata di chiusura delle scuole nel 2020, ha proposto oltre 50 puntate di un programma radio per bambini e famiglie. La creazione di una app, e di un sito hanno permesso di ottenere oltre 4000 ascolti diretti delle puntate realizzate. Le puntate realizzate si possono ascoltare sul sito o dall'app di storie creative

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ECO CALENDARI

Dal 2004 ad oggi insieme ai bambini della scuola primaria di Pecetto T.se abbiamo realizzato l'eco calendario per informare i cittadini del comune sulle date di raccolta differenziata. Le immagini che arricchiscono i calendari sono stare realizzate attraverso un laboratorio per anno di oltre 3 mesi attraverso l'uso creativo dei nuovi media.

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STORIE IMPREVISTE

Laboratorio creativo per la realizzazione di video da parte dei bambini con la tecnica dello stopmotion,utilizzando la macchina creata in collaborazione con il fablab di Torino. La spasso uno permetterà ai bambini di creare liberamente i propri video.

IL LUPO E LA RAGAZZA

STORIE IMPREVISTE

IL PIC NICK DEL LEONE

LA BARCA MAGICA

SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO SCUOLA DIGITALE 2020 

L'APP "TROFARELLO DA SCOPRIRE" NATA DALLA COLLABORAZIONE TRA I BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA RODARI DI TROFARELLO E DAVIDE SPINA IDEATORE DELL'APP,
E' STATA FINALISTA NELLA SEZ. PROVINCIALE DEL PREMIO SCUOLA DIGITALE 2020

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Progetto di Media Education nell’extrascuola. di Davide Spina
Il Progetto Tutte le Strade portano a Pecetto è conseguente alla mia formazione personale e professionale che unisce il percorso di Animatore Professionale a quella di Media Educator, (Corso di perfezionamento “Media Education: Cultura e professione per la formazione multi-mediale” alla Universitaria Cattolica di Milano Anno accademico 2004/2005 anno e negli Stage della Summer school di Corvara anno). Inoltre io sono un Pecettese che ha sempre dedicato attenzione alle origini e alle storie del mio paese cercando di sensibilizzare, attraverso i miei progetti e attività, bambini, giovani e meno giovani verso una ri-lettura di Pecetto, in chiave critica, creativa e poetica.


Pecetto Torinese è un piccolo paese di circa 3500 abitanti sulle colline a circa 12 km da Torino. Ci sono le scuole materne, elementari e medie, la biblioteca e l’oratorio. Non ci sono altri spazi specifici per i giovani.

Davide Spina collabora da anni con il comune proponendo progetti di animazione nelle scuole e sul territorio con attività extrascolastiche.

Per anni ho lavorato all’interno della scuola elementare di Pecetto conducendo laboratori teatrali, di animazione e di introduzione al computer, cercando di individuare percorsi creativi dove i bambini potessero esprimersi e utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per raccontarsi. L’animazione teatrale mi ha permesso di capire che in ogni persona ci sono colori, gesti, movimenti, suoni che spesso rimangono inespressi, solo attraverso il continuo esercizio escono allo scoperto per restituirci parte di noi, talvolta meravigliandoci dei risultati.

Noi siamo delle storie, dei racconti e ogni giorno aggiungiamo una pagina, un verso, un aggettivo e le storie non finiscono mai. Anche i luoghi sono racconti, pezzi di storie passate ma anche paesaggi, cielo, odori, colori che si trasformano in continuazione e solo apparentemente sembrano non modificarsi. Con queste convinzioni sono partito alla ricerca di percorsi che potessero coinvolgere ragazzi adolescenti sul territorio per due motivi importanti: il primo era che mi sono reso conto che non c’erano proposte e attività rivolte a loro, come se fossero dei fantasmi che vagavano nel paese, essi non avevano possibilità di mostrare le loro abilità e la loro presenza cioè di raccontarsi, il secondo era che nessuno raccontava più ai giovani nulla del Paese e il luogo diventava solo un posto per ristorarsi e dormire nelle proprie dimore. Tutti stavamo perdendo qualcosa di prezioso.

Parte il primo progetto MA-CINE : la creazione del gruppo

Prima di arrivare al progetto Tutte le Strade portano a Pecetto, facciamo un passo indietro e spieghiamo la nascita del gruppo di adolescenti che si è formato nel tempo e che mi ha permesso di formulare e realizzare i percorsi successivi. Grazie ai preziosi incontri con le realtà dell’amministrazione locale, l’assessore ai giovani e il sindaco, nasce il primo progetto per coinvolgere gli adolescenti del territorio. Il progetto è partito nell’ anno 2004 è stato pensato per i giovani che avevano dai 14 ai 17 anni. L’obiettivo principale è stato quello di creare un gruppo, rendere i ragazzi consapevoli di esserci e di rendersi visibili realizzando qualcosa all’interno delle offerte culturali del paese. È stato importante trovare un canale di interesse che li stimolasse a partecipare attivamente ad attività che li appassionavano.

MA-CINE è stato il nome che il gruppo si è scelto e il cinema è stato il canale che ha unito me e i ragazzi verso un cammino che ci ha portato, nel corso degli anni, a realizzare il progetto specifico di cui adesso andremo a parlare.

MA-CINE è un «contenitore», con questo intendo un punto di partenza che implica il desiderio di unirsi per realizzare differenti attività o progetti, come una valigia dalla quale sono usciti differenti abiti che i ragazzi, volta dopo volta, hanno indossato, in base al viaggio intrapreso. Non si è voluto solo realizzare un progetto ma dare vita ad un gruppo di giovani che si sono uniti per dare forma alle proprie idee attraverso molti progetti anno dopo anno. Con MA-CINE i ragazzi hanno elaborato alcuni passaggi importanti per le attività dedicate ai giovani e al territorio, l’obiettivo è stato quello di raggiungere la consapevolezza delle proprie capacità, perseverare nell’idea di partecipazione all’interno del gruppo come fucina di idee e relazioni costruttive e propositive.

Per cinque anni 8 ragazzi ed io ci siamo incontrati negli spazi della mia associazione per dare vita ad un programma di proiezione cinematografica per i giovani e i bambini del paese. L’obiettivo di scegliere il film da proiettare, ci ha messo in condizione di discutere quale titolo proporre e quale proiettare per gli adolescenti o per i bambini, principalmente le proiezioni sono state fatte per i più grandi, per i piccoli ne sono state realizzate tre o quattro all’anno. Si partiva a Gennaio e si concludeva a Giugno, una volta ogni quindici giorni si faceva la proiezione in una sala polifunzionale del comune. I ragazzi erano coinvolti anche nell’allestimento della sala per le proiezioni. L’attività è piaciuta molto e l’occasione delle proiezioni, in paese sono diventate occasione di incontro, nel caso dei piccoli, anche delle famiglie.

Nuovi progetti per MA-CINE
Il gruppo MA-CINE prosegue, nel tempo, a proporre nuove attività con un duplice obiettivo che mira da un lato a dare voce alle richieste dei ragazzi, dall’altra li stimola a partecipare alla loro crescita e ad esprimere con autonomia e creatività i propri bisogni.
Con il tempo il gruppo ha espresso il desiderio di «raccontare il paese» attraverso il proprio punto di vista, allora ho proposto ai ragazzi di realizzare dei prodotti che potessero essere visti anche dalla comunità. Questo avrebbe creato un incontro con altre generazioni, genitori, nonni, creando nuovi confronti.
Musica, video e fotografia, questi sono stati i mezzi che abbiamo usato per continuare a realizzare nuovi progetti.

Tutte le Strade portano a Pecetto: raccontare Pecetto
Tutte le Strade portano a Pecetto, si è articolato in due fasi ben distinte tra loro per modalità e per tempistiche: la prima parte ha come titolo I suoni della collina e prevedeva la realizzazione di un cd audio, la seconda parte ha come titolo Tutte le strade portano a Pecetto ed è la realizzazione di un video.

I ragazzi del gruppo MA-CINE, si sono ritrovati nei luoghi dell'associazione Giranimando a Pecetto, una volta a settimana dalle 17 alle 19, per decidere in che modo strutturare i nuovi progetti. In totale sono stati 13 incontri di due ore; alcuni sono stati fatti a Pecetto e altri a Torino nei locali del Laboratorio del suono al Sermig, presso l’Arsenale della pace.

Il progetto I Suoni della collina nasce in seguito alla scelta di organizzare un gruppo per partecipare ad un iniziativa riguardante tutti i paesi della provincia di Torino (Progetto il Sesto Cerchio). L'idea che ho proposto ai ragazzi è stata quella di produrre un cd che contenesse delle tracce musicali con suoni caratteristici della collina pecettese. La sfida è stata quella di usare la musica per descrivere un luogo.

Il termine «vedere» non sempre corrisponde al senso della vista ma, come nel caso del progetto, la musica ti permette di «vedere» e descrivere attraverso sensibilità differenti e, dato che alcuni ragazzi già suonavano strumenti musicali, ho pensato che fosse importante mettere in gioco le loro competenze. Inoltre la musica comporta un meccanismo di interattività, di piacere personale e restituisce un senso di sé che volevo fossero parte del percorso. La musica è stata utilizzata come linguaggio generale, come luogo di elaborazione affettiva. In questo caso la musica e il suono dovevano essere usati per sensibilizzare i ragazzi sull’attenzione dei propri spazi di vita reale: gli spazi in cui erano cresciuti e aiutarli ad individuare i luoghi più significativi per dare loro un suono.

Volevo un «progetto di qualità» e ho cercato dei collaboratori che fossero dei professionisti di alto livello, in modo che il prodotto finale fosse un «prodotto di qualità». Volevo che i ragazzi vedessero all’opera un professionista che spiegasse loro le tecniche e i metodi migliori per realizzare il lavoro.

Ho chiesto la collaborazione del Maestro Mauro Tabasso, compositore, arrangiatore e produttore, lavora presso il Laboratorio del suono al Sermig di Torino. (l’Arsenale della pace di Torino, dal 1983 è la sede del Sermig. Era un ex arsenale militare, ristrutturato con il contributo gratuito di migliaia di giovani, donne e uomini di buona volontà. Oggi è un monastero metropolitano).

L’inizio del percorso avviene nel Gennaio 2007: Il primo percorso, quello della realizzazione del cd audio, si è articolato in due parti:

· La prima parte comprendeva 5 incontri di due ore a Pecetto: sono stati effettuati questi incontri con i ragazzi per capire come la musica potesse raccontare e, in modo particolare, descrivere i luoghi in cui loro vivevano. Ogni ragazzo ha scelto un luogo che per lui era sentimentalmente importante e tutti insieme siamo andati a vederlo. Nella prima fase abbiamo raccolto il colore e le emozioni di quello che i ragazzi volevano raccontare. Sono nate moltissime idee che poi si sono tradotte in una proposta musicale.

· La seconda parte prevedeva 8 incontri di due ore al Laboratorio del suono che si trova all’interno dei locali del Sermig (il Laboratorio del suono è un’Accademia musicale e centro di produzione musicale, è lo strumento di cui il Sermig si serve per realizzare «la musica dell’Arsenale della Pace»). Le attività del Laboratorio del suono principalmente si articolano nei settori della didattica e della fornitura di servizi musicali professionali. Durante i primi incontri alcuni ragazzi hanno abbozzato i primi suoni con chitarra, pianoforte e computer, e sono state anche introdotte alcune voci. Le lezioni seguenti, con l'aiuto del Maestro Mauro Tabasso si sono svolte presso la sale di registrazione del Laboratorio del suono .

I primi risultati: atmosfere di mattino e sera
Le capacità personali di ogni ragazzo sono state messe a disposizione del gruppo, ogni componente ha potuto arricchire le proprie competenze messe a disposizione dagli esperti e dagli altri ragazzi. Le idee nate nei primi incontri si sono trasformate, attraverso la conoscenza delle tecniche e all’uso del computer, in due composizioni musicali con le atmosfere del mattino e della sera. Nel primo brano gli strumenti che delineano il primo momento della giornata sono stati mixati dai ragazzi grazie a strumenti professionali, con la supervisione del Maestro Mauro Tabasso. Il secondo brano è stato invece mixato con l'aiuto di un fonico del Laboratorio del suono.

Grazie alla stretta collaborazione con Mauro Tabasso si è potuto realizzare la seconda fase del percorso, cioè fare in modo che i ragazzi passassero dall’idea alla realizzazione di un prodotto di ottima qualità. Gli incontri finali si sono svolti negli studi di registrazione del Laboratorio del suono, Mauro Tabasso ha così svelato ai ragazzi le tecniche e i trucchi del mestiere e insieme a loro, utilizzando strumenti reali e strumenti forniti dai computer, sono state composte le tracce musicali.

La composizione è nata solo dalle idee dei ragazzi. Tutti hanno potuto sperimentare l’utilizzo dei mezzi messi a disposizione dal Laboratorio del suono. Uno dei brani si è arricchito dell’aggiunta di una voce che è stata fornita da una ragazza del gruppo MA-CINE e anche in questa fase i ragazzi hanno potuto utilizzare il banco regia per registrare la voce e inserirla nel brano. Tutti i brani sono stati editati e realizzati dai ragazzi stessi che sono stati i reali protagonisti del progetto.

L’incontro con il paese e la presentazione del cd «I suoni della collina»
Il Sindaco, l’assessore ai giovani e i collaboratori del comune hanno partecipato all’organizzazione dell’evento finale che coronava il lungo e affascinante percorso. È stato prodotto un cd stampato in 1500 copie e regalato alla popolazione pecettese. L’incontro tra generazioni è stato proficuo, i ragazzi hanno dimostrato a se stessi le loro capacità, scoprendo un mondo reale in cui ideazione, progettazione e realizzazione hanno dei tempi da rispettare ma restituiscono il piacere del tempo passato attraverso i risultati ottenuti. La comunità ha raccolto il nuovo materiale e si è appropriata del cd, richiedendo che l’attività continuasse con l’obiettivo di trovare percorsi nuovi e formativi per i ragazzi. Lo scambio comunicativo e collaborativo attraverso la realizzazione di progetti e attività sul territorio, sono diventati un’esigenza che punta alla qualità della vita all’interno del paese.

Nel Giugno del 2007 si sono conclusi gli incontri. I cd sono arrivati nel Gennaio del 2008.
Il seguito: dalla musica all’immagine
Tutte le Strade portano a Pecetto

L’anno successivo ho riunito i ragazzi che avevano partecipato al percorso del cd audio l’anno precedente e siamo ripartiti dall’ascolto delle musiche realizzate. Ho proposto la possibilità di creare un nuovo percorso utilizzando la musica prodotta. L’immagine è stata la prima idea, creare un video al quale unire la musica prodotta, ma l’idea di un video convenzionale si è rivelata subito poco fattibile.

Abbiamo iniziato gli incontri nel Marzo 2009 ( il laboratorio prevedeva in tutto 10 incontri di due ore ciascuno). I primi incontri sono stati utilizzati per entrare in confidenza con le video camere, ne avevamo tre, una di un ragazzo, una messa a disposizione del comune e un’altra dalla mia associazione. Dovevamo essere tutti in grado di sapere come funzionava e dovevamo capire come l’avremmo voluta usare.

Il secondo passo è stato quello di creare degli Storyboard: abbiamo riassunto per immagini le storie che volevamo raccontare, cercando di rappresentarle attraverso i disegni. Cercavamo le inquadrature, le numeravamo e scrivevamo le indicazioni di regia. Siamo anche andati a fare le riprese nei luoghi scelti, ma i ragazzi non riuscivano ad essere soddisfatti dei risultati: sembrava che le immagini non si unissero alla musica.

Dopo un momento di smarrimento abbiamo deciso di provare a lavorare con la fotografia. Abbiamo dedicato un incontro a parlare dell’immagine fotografica e uno sullo studio di come si usava quella che io avrei lasciato a loro per effettuare gli scatti necessari. Una reflex digitale.

Ma cosa fotografare? In un paese ci sono molte cose che si possono catturare in uno scatto, i ragazzi hanno pensato alle strade, e sono usciti per strada, hanno incontrato persone che conoscevano e altre che non conoscevano. Allora hanno scelto di chiedere loro se volevano partecipare al progetto pensando che il paese è la gente che ci abita: il tempo trascorso tra le vie, nei negozi, nei luoghi e quello all’interno delle proprie abitazioni, insomma è la gente che dona vitalità al paese. Però non si voleva fare dei ritratti ma evocare come era stato fatto nel percorso precedente e si è deciso insieme di ritrarre le mani delle persone. La mano ha nella sua immagine tutto di una persona e noi lo abbiamo ritenuto più che sufficiente per rappresentarla, anzi eccellente.

Così, muniti di macchina fotografica i ragazzi sono andati a fotografare le mani dei loro concittadini: il falegname, lo studente, il negoziante, il cantoniere, tutte persone che non avranno un volto ma racconteranno di sé attraverso le loro mani.

I ragazzi per diverse settimane hanno fermato persone e fotografato mani, sono poi stati selezionati gli scatti che ci sembravano migliori e oltre 20 di questi sono stati inseriti nel video.

Questa volta le musiche e le immagini avevano un filo magico che li accomunava, avevamo trovato il modo di interpretare la musica. Adesso ci sembrava che i suoni avessero trovato una nuova forza e fossero realmente passati da una fase più intima e personale ad una più pubblica e comunitaria.

Il video è stato montato insieme ai ragazzi nei locali dell’associazione, alcuni di loro avevano già competenze sull’utilizzo del software editing video che abbiamo usato; ci sono voluti pochi incontri e il video era pronto. Abbiamo consegnato il master nel Maggio del 2009. Il video ha una durata di 4 minuti.

Restituzione alla comunità
Per la proiezione pubblica del video, il gruppo ha pensato di installare delle gigantografie di alcune fotografie scattate per il video e questo è stato di forte impatto per le persone che sono venute. Erano presenti molti cittadini, anche quelli «ritratti» e i ragazzi hanno ricevuto molti complimenti. L’assessore ai giovani e il Sindaco hanno deciso di inserire il video nel sito ufficiale del paese poiché lo si è ritenuto rappresentativo. Questo passaggio è stato significativo per i ragazzi poiché hanno apprezzato che il loro lavoro e la loro creatività siano state riconosciute pubblicamente.

Valutazioni finali
Dall’inizio alla fine dei due progetti sono passati tre anni in cui il gruppo dei ragazzi si è consolidato, continuando a frequentarsi e utilizzando la musica, la fotografia e il video come mezzi di espressione e racconto. Il percorso fatto insieme a loro ha messo in evidenza come attraverso la realizzazione di progetti extrascolastici sul territorio sia possibile «l’incontro». Per me questo è un motivo importante di relazione, crescita e arricchimento. Nel momento in cui riconosco l’altro riconosco anche me stesso e allo stesso modo il «segno» lasciato dall’altro identifica il mio.

In questo vicendevole riconoscimento nasce il vero dialogo che è un obiettivo primario per un animatore del territorio, come io ritengo di essere.

Utilizzare la Media Education è stata una conseguenza della mia formazione di animatore che, essendo a contatto con i giovani ha dovuto seguire la nuova «atmosfera» creata dalla presenza dei media, sfruttando la rete di relazioni che essi si portano dietro. Credo che i ragazzi attraverso l’uso dei media, in questo progetto, abbiano ampliamente sperimentato che non è sufficiente conoscere il mezzo e le sue applicazioni ma è necessario metterci «l’anima», cioè rimettersi in gioco personalmente re-interpretandosi e re-interpretando il mondo che ti circonda.

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